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Terre / Vini

Vini vulcanici: figli del fuoco e della terra

Quando si parla di vulcani, per la loro particolare manifestazione, si pensa sempre a qualcosa di prettamente negativo. Le violente eruzioni vulcaniche avvenute nel corso degli anni, in varie parti del mondo, hanno contribuito alla distruzione di alcune importanti civiltà, ma hanno anche creato un interessante substrato terrestre di notevole rilievo per l’agricoltura e soprattutto per la viticoltura. Ad oggi, sono presenti diversi distretti vulcanici dislocati in tutta Italia e in particolar modo: Veneto, Toscana, Umbria, Campania, Sardegna e Sicilia.

Proprio per questo, nel 2009, il Consorzio del Soave, con la collaborazione di Carlo Zucchetti,  ha voluto approfondire il forte legame tra vino e territorio vulcanico, coinvolgendo in questo progetto altri Consorzi appartenenti alle regioni sopra elencate e l’Enoteca Provinciale della Tuscia. Cosi è nata l’Associazione Volcanic Wines che durante questi ultimi mesi ha organizzato alcuni eventi, dove hanno partecipato sia giornalisti italiani che esteri, l’ultimo dei quali si è svolto il 23 e il 24 Maggio, interessando le città di Montefiascone, Orvieto e Pitigliano. In questi due giorni, oltre a visitare luoghi meravigliosi, è stato possibile degustare oltre duecento vini appartenenti alle principali DOC vulcaniche.

Tra tutti i vini presenti alla manifestazione, ne ho scelti nove, che a parer mio, rispecchiano pienamente tutte le caratteristiche tipiche di un vino “figlio del fuoco“.

Gambellara

Cantina Menti
Rivalonga 2013 Gambellara Classico DOC (Garganega 100%)
A presentare questo vino vulcanico c’era la produttrice Michela Menti, che insieme alla sua famiglia, gestisce con particolare cura l’azienda situata a Montebello Vicentino. Un’azienda molto legata al territorio vitivinicolo di Gambellara, tramandata di generazione in generazione, dove le tradizioni vanno di pari passo con le più recenti innovazioni. Questo vino proviene dalla Tenuta storica Rivalonga, da cui prende il nome, dove si coltiva principalmente la Garganega, vitigno tipico della zona. Un vino bianco, fermo, dal colore giallo paglierino, dove predominano fiori bianchi e note delicate di frutta a polpa bianca, con un retrogusto amarognolo di mandorla. Con la sua freschezza e mineralità esprime al meglio le caratteristiche del territorio. Da riconoscere alla Famiglia Menti il merito di saper valorizzare in maniera ottimale tutte le qualità che un terreno vulcanico può regalare ad un vino.

Colli  Euganei

Ca’ Lustra
Rosso Natio 2009 Colli Euganei DOC (Cabernet Sauvignon 65%, Merlot 30%, Carmenere 5%) 
Ca’ Lustra è l’azienda a conduzione biologica della famiglia Zanovello, nata nel lontano 1977, nella valle di Faedo, in provincia di Padova, all’interno del Parco Regionale dei Colli Euganei. Questo vino che si ottiene dopo una lunga macerazione di 5/6 mesi sulle bucce e dopo un affinamento di 24 mesi in botti di rovere e un anno in bottiglia, si chiama “Natio” perché presenta caratteristiche diverse ad ogni vendemmia. Ricco di sfumature all’olfatto, con una nota predominante di ciliegia matura, suadente in bocca, con un finale lungo ed equilibrato, è soprattutto un vino in grado di sfidare il tempo ed evolvere verso l’eleganza.

Toscana

Sassotondo
San Lorenzo 2010 Maremma Toscana DOC (Ciliegiolo 100%)
L’Azienda Sassotondo nata nel 1990 e di proprietà di Carla Benini ed Edoardo Ventimiglia, si trova a Sovana, in provincia di Grosseto. Quello che salta subito all’occhio, visitandola, in un caldo pomeriggio di fine maggio, è la costante presenza del tufo: il tufo affiora tra gli splendidi ed assolati vigneti e scavata nel tufo è l’antica cantina sotteranea. Si coltiva in prevalenza il Ciliegiolo, ma anche Sangiovese, Merlot, Trebbiano, Greco e Sauvignon. Il vino San Lorenzo è prodotto con uve ciliegiolo provenienti da un vigneto di più di 35 anni di età, situato vicino Pitigliano, a conduzione biologica dal 1994. Di colore rubino profondo, sentori di frutta rossa (ciliegia, ribes…) e note speziate (pepe, chiodo di garofano, vaniglia tostata…) che si ritrovano anche in bocca. Elegante, sapido, equilibrato, con una lunga persistenza e un’ottima bevibilità.

Orvieto

Cantina Custodi
Pertusa 2013 Orvieto Classico DOC Vendemmia Tardiva (Procanico, Malvasia, Grechetto, Drupeggio, Sauvignon)
La Cantina Custodi è ubicata sulle colline di Orvieto, a circa 300 metri di altitudine, in una zona molto vocata alla viticoltura. La particolare collocazione dei vigneti fa si che le uve siano facilmente soggette agli attacchi di muffa nobile. La vendemmia per la produzione di questo vino avviene quasi sempre nella seconda decade di Ottobre. Le uve migliori sono trasportate in cantina e sottoposte a pressatura soffice. Il mosto viene poi lasciato decantare staticamente a basse temperature e successivamente, dopo una filtrazione, inizia la fermentazione alcolica in serbatoi di acciaio inox, a temperatura controllata di 18°C. Non appena viene raggiunto il tenore zuccherino desiderato, vengono interrotti i processi fermentativi con l’ausilio del freddo. Il vino viene quindi collocato in piccoli carati di rovere, dove avviene la prima fase di affinamento per circa due mesi, che poi proseguirà con altri 6 mesi in bottiglia. Si presenta di colore giallo paglierino intenso con riflessi dorati. Ricco di note di frutta a polpa gialla, di scorza di agrumi, con sentori di vaniglia, zafferano, miele, e qualche accenno di mineralità. Avvolgente, morbido, con un piacevole retrogusto di frutta candita. Un vino che rispecchia l’eleganza innata di chi lo produce con tanta attenzione e competenza.

Tuscia

San Giovenale
Habemus 2012IGT Lazio Rosso (Grenache, Syrah, Carignan)
L’azienda San Giovenale, con certificazione biologica, si trova nel Lazio e più precisamente nel comune di Blera, in provincia di Viterbo. Il progetto San Giovenale parte nel 2006 da una scelta di uve particolari, Syrah, Grenache, Carignan, tipiche del Rodano del Sud. In effetti, se si ha la possibilità di passare dove sono impiantati i vigneti, non si può non notare la grande somiglianza con l’importante regione vitivinicola francese. Il suo colore rosso rubino intenso, tendente al violaceo, rivela subito una certa carica esplosiva, proprio da vino vulcanico, che poi si rivela anche al naso con coinvolgenti sentori di macchia mediterranea, frutta a bacca nera, liquirizia e pepe nero. Indubbiamente molto potente anche al gusto, dove predominano i tratti aromatici della Grenache, la complessità del Carignan e l’avvolgente morbidezza del Syrah. Sensuale, persistente ed equilibrato. Insomma, un vino laziale di qualità, in sintonia con lo stile francese della Valle del Rodano.

Ischia

Giardini Arimei – Muratori
Pietra Brox 2013 Ischia DOC Bianco (Biancolella, Forestera, Uva Rilla)
Giardini Arimei, è la quarta tenuta dell’Arcipelago Muratori. Inaugurata nel 2006, risale addirittura al 1700 e domina la baia di Citara, nella parte sud-occidentale dell’isola di Ischia. La cantina scavata nel tufo verde è collegata ai “palmenti”, le antiche vasche di vinificazione, restaurate e rese idonee alla loro originaria funzione. Il vino Pietra Brox prende il nome dalla vigna in cui sono coltivate le varie tipologie di uve che lo compongono. I suoli terrazzati, prevalentemente tufacei e leggermente acidi, tipici di questa zona dell’Isola, conferiscono al vino prodotto, tutte le caratteristiche tipiche di un vino vulcanico. Frutto della sola vendemmia estiva, si contraddistingue per la sua grande sapidità, per gli aromi di frutta a polpa gialla, in primis albicocca matura, per alcune note floreali e sentori di miele. È un vino nell’insieme di buona struttura, minerale, e con una tale suadenza gustativa, che ammalia fin dal primo sorso.

Sardegna

Cantina Suentu
Vermentino di Sardegna DOC 2013  (Vermentino 100%)
Bovale IGT Marmilla 2013 (Bovale 100%)
“Su’entu” significa “il vento”. Vento che soffia spesso nel territorio della Marmilla, dove ha sede questa cantina, a pochi chilometri dal comune di Sanluri, nella parte sud-ovest della Sardegna. Una zona prevalentemente collinare che vanta una lunga tradizione vitivinicola. Tutti i vini prodotti sono identificati con il nome dell’azienda proprio per ribadire lo stretto legame con il territorio di appartenenza. Due i vini presenti ai banchi di assaggio ed entrambi meritevoli, a mio avviso, di essere menzionati. Il Vermentino, di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, colpisce per la particolare intensità olfattiva. Note di frutta esotica e floreali, che si ritrovano, insieme alla freschezza e ad una piacevole sapidità, anche al palato. Il Bovale (di questo vitigno sono coltivati solamente 700 ettari in tutta la Sardegna), vinificato in purezza, di colore rosso rubino intenso con dei riflessi violacei, si presenta al naso con ricchi sentori di frutti rossi maturi e speziati. Un vino dall’alta gradazione alcolica (16%Vol.), caldo, morbido e con un tannino elegante ed avvolgente. Vini questi della Cantina Su’entu che attraversano il mare per raggiungere il “continente”, dove riscontrano un largo consenso da parte degli intenditori o semplici wine lovers.

Etna

Antichi Vinai 1877
Petralava 2011 Etna DOC Rosso (Nerello Mascalese – Nerello Cappuccio)
I vigneti da dove si ricava il Petralava, si trovano alle pendici dell’Etna, nei comuni di Castiglione di Sicilia e Randazzo. I terreni sabbiosi di origine lavica, e la forte escursione termica tra il giorno e la notte, la lunga macerazione a temperatura controllata e l’affinamento prima in botti di rovere e poi per almeno un anno in bottiglia, conferiscono a questo vino un profumo vinoso intenso, con alcune note di vaniglia. Di colore rosso rubino, tendente al granato, corposo, caldo e con tannini non invadenti. Un vero e proprio vino, figlio del fuoco.

Degustando questi vini “vulcanici” si arriva alla conclusione che anche se la mineralità non dipende necessariamente dal suolo, la sua composizione, invece, insieme alle condizioni climatiche ed ambientali, oltre che ad interagire con il ciclo biologico della vite, influisce in maniera rilevante sull’aspetto, sul colore, sull’aromaticità e sulla ricchezza gustativa di un vino. Dal tipo di terreno dove viene impiantata e dove cresce la vigna, alle diverse metodologie di raccolta e di vinificazione, alla forma del bicchiere in cui il vino si ossigena sprigionando i suoi aromi, il percorso è lungo, e ha come comune denominatore il vulcano.